lunedì 26 agosto 2013

Alcune precisazioni...





Per meglio comprendere cosa si intende per intervista narrativa vogliamo definire prima di tutto in cosa consiste il materiale che tale intervista permette di raccogliere. Guardando alla letteratura che utilizza un approccio di tipo narrativo cominciamo ad individuare tre principali tipologie di materiali di ricerca (Atkinson, 2002):
- La story, un breve racconto in prima persona in cui un individuo racconta un’esperienza della sua vita in relazione ad uno specifico tema prestabilito dal ricercatore. La life story, la storia di vita del singolo che narra la propria esperienza lungo tutto l’arco della sua esistenza o un periodo significativo di essa.
-La history, la cronaca, un racconto non più in prima persona ma in terza in cui il ricercatore racconta l’esperienza di un individuo utilizzando le proprie parole.
Ciascuna produzione di questi materiali presenta “una modalità di scambio dialogico alla base tra il ricercatore ed il soggetto che ha vissuto l’esperienza che può essere definita intervista narrativa” (ivi, p. X), intesa come un “colloquio finalizzato alla raccolta di storie” (ibid.). In quest’ambito vediamo il ricercatore nel ruolo dell’intervistatore ed il soggetto nel ruolo di intervistato.
Rispetto alle consuetudinarie tecniche di osservazione dell’individuo, l’intervista narrativa evidenzia una sua particolare peculiarità, sfuggendo alla “tradizionale classificazione delle modalità di conduzione dei colloqui” (Atkinson, 2002, p. XI), che pone una distinzione tra intervista strutturata, ed è inoltre caratterizzata da tre aspetti principali:
1. Il ruolo attivo dell’intervistatore, che sceglie quando e come intervenire a sostegno del racconto con sollecitazioni che mirano di volta in volta a focalizzare, approfondire, amplificare il discorso. L’intervistatore non ha un ruolo neutro ma partecipa alla costruzione del materiale di ricerca in modo consapevole per migliorarne la qualità e non stravolgere allo stesso tempo il contenuto (Atkinson, 2002).
2. La durata dell’interazione, che richiede un tempo variabile in genere tra mezza giornata e tre giornate in cui l’intervistato attinge alle proprie memorie in modo approfondito con la possibilità di tornare sui suoi pensieri, di modificare la versione dei fatti ed integrarla con nuovi elementi ma anche di divagare, creare collegamenti a piacere o stare semplicemente in silenzio (ibid.).
3. La definizione del formato del materiale atteso dall’intervistatore, che rende esplicita la consegna all’intervistato di raccontare episodi della propria esperienza che considera significativi in riferimento all’oggetto di ricerca. 

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