martedì 3 settembre 2013

COME CONDURRE UN’INTERVISTA SEMI-STRUTTURATA?


L‟intervista semi-strutturata è un modo particolare di condurre un‟intervista ed è quindi uno strumento di rilevazione dati.
Costruire in precedenza una griglia per l‟intervista ci assicura di affrontare, durante l‟intervista, tutti i temi che si vogliono esplorare.
Quando arriva il momento in cui dobbiamo condurre la nostra intervista, è necessario avere ben chiaro il vero obiettivo della ricerca all‟interno della quale si è inseriti.


Contatto:
Il momento in cui viene contattato il nostro partecipante è molto importante e già lì si può iniziare a metterlo a proprio agio. In che modo? Ad esempio facendo scegliere a lui il luogo e l‟ora del nostro incontro “Dove vuole che ci vediamo? Verso quale ora preferisce?”. Inoltre è importante la trasparenza: è necessario dire alla persona quali sono i tempi utili per l‟intervista ed eventualmente, con molta semplicità, anticipare l‟obiettivo della ricerca.


Registratore:
Varie sono le resistenze in cui si può incorrere per condurre un‟intervista. Va detto che le resistenze non sono omogenee e non solo variano da persona a persona ma anche da area culturale ad area culturale. Per esempio, il registratore ha fatto certe volte problemi, è diventato oggetto di un'interazione ad hoc tra chi raccoglie l'intervista e l‟intervistato, perché l'intervistatore è un po' come se rappresentasse la comunità sociale. In particolare se si fa un'intervista come istituzione universitaria immediatamente l'intervistato non parla solo al suo interlocutore ma a tutti gli interlocutori invisibili che stanno dietro di lui. Quindi l'intervistatore sa di non rappresentare solo se stesso, perciò le resistenze nei confronti del registratore devono essere gestite ogni volta con una specifica decisione a seconda dell'interlocutore.
Al termine dell'intervista c'è un piccolo spazio (small talk) in cui gli intervistati, a registratore spento, si sentono sollevati da questo compito del raccontare, si sentono liberati dalla presenza di questa comunità esterna che è rappresentata dal registratore e si può immaginare che dia libero sfogo a quello che è stato un suo vissuto di quell'intervista o, in altre parole, una ricapitolazione dell'intervista. Questo small talk può consentire di ritornare su alcuni elementi: questo è il momento di chieder qualcosa. Se l'intervistato riprende questi temi specifici che gli domandiamo ciò vuol dire che verso la figura dell'intervistatore c'era una certa diffidenza, cioè non era stato solo individuato come un ascoltatore, aveva mantenuto un confine tra intervistato e intervistatore. Va tenuto conto, sostiene Schütze, che molte volte sulla storia del registratore c'è una specie di costruzione mentale da parte dell'intervistato, nel senso che molte volte questo diventa un po' un rituale di dire "si mi piacerebbe che non ci fosse il registratore, capisco che da parte sua è fondamentale averlo", ma in realtà è stato poi individuato il fatto che quando la relazione funziona che ci sia o no il registratore è poco rilevante.

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